Quando si lavora con l’EMDR occorre raggiungere un equilibrio tra le conoscenze del protocollo, il modello Adaptive Information Processing, le abilità e le competenze del terapeuta.
Che cos’è il modello Adaptive Information Processing?
I principi base possono essere sintetizzati così:
- Esiste un sistema innato di elaborazione dell’informazioni che si trovano nei ricordi
- Esiste un network “disattivato” nel quale tendono a essere conservati i ricordi traumatici
- L’elaborazione dell’informazione può risultare disfunzionale quando i ricordi traumatici restano congelati nel network di memoria disattivato
Secondo questo paradigma (AIP), gli esseri umani possiedono un sistema di autoguarigione psicologica che ha l’obiettivo di fornire soluzioni positive, cioè adattive, alle esperienze quotidiane. Normalmente le informazioni arrivano dall’esterno sotto forma di input sensoriali. Si associano ai pre-esistenti costrutti di tipo cognitivo, emotivo, percettivo, si organizzano e si strutturano in un sistema di conoscenze ed esperienze COERENTI alla storia autobiografica dell’individuo.
Questo processo di elaborazione è fondamentale per comprendere le esperienze personali e dell’ambiente perché favorisce la creazioni di credenze soggettive che influenzano l’apprendimento futuro e lo sviluppo di un’idea di sé, degli altri, delle relazioni e del mondo in generale.
Ogni esperienza costituisce un flusso di informazioni che vengono continuamente elaborate dal sistema al fine di integrarle all’interno delle reti di memoria. Situazioni angoscianti sembrano sopraffare il sistema di elaborazione e la sua capacità di assimilarle in modo adattivo. Il ricordo viene immagazzinato nella memoria insieme alle emozioni disturbanti, alle sensazioni fisiche e alle convinzioni sperimentate in quel momento.
Esperienze traumatiche si possono avere nella vita familiare, sociale, scolastica e lavorativa, sotto forma di abbandono, rifiuto e problemi di attaccamento. Quando succede questo, l’informazione dell’evento negativo viene isolata, non è in connessione con le reti adattive. Queste memorie traumatiche possono essere riattivate da situazioni di vita quotidiana in maniera imprevedibile, risvegliando ricordi traumatici anche precoci corredati da aspetti sensoriali, cognitivi, emotivi e somatici.
I ricordi che vengono immagazzinati in modo disfunzionale condizionano il nostro modo di funzionare. Andando a elaborare i ricordi traumatici all’interno di reti più ampie e funzionali si può arrivare alla loro integrazione e trasformazione adattiva .