Spesso parlo dell’EMDR. Proprio in questi giorni ho avuto modo di spiegare di che cosa si tratta, perché molte persone credono che quando parliamo di psicoterapia ci siano ancora Freud, il lettino e le associazioni libere.
In realtà la ricerca ha portato a scoprire il funzionamento del cervello nell’aspetto più neuroscientifico. E c’è ancora molto da studiare. Per chi è appassionato, c’è una continua sete di imparare e la voglia di conoscere e condividere.
Oggi quindi vi parlerò dell’ EMDR.
É un metodo psicoterapico strutturato per il trattamento di grandi traumi come calamità naturali, sequestri, abusi ma anche per esperienze più comuni ma emotivamente stressanti come traumi di relazione, lutti, attacco di panico, umiliazioni, paura di parlare in pubblico, ansia, depressione, ecc.
É un approccio interattivo e standardizzato, scientificamente comprovato.
Si focalizza sul ricordo dell’esperienza del trauma, utilizzando i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra.
Dopo una o più sedute di EMDR, i ricordi disturbanti subiscono una desensibilizzazione perdendo la loro carica emotiva negativa. Il cambiamento è molto rapido, indipendentemente dagli anni che sono passati dall’evento.
L’immagine cambia nei contenuti e nel modo in cui si presenta, i pensieri intrusivi in genere si attutiscono o spariscono, diventando più adattivi dal punto di vista terapeutico e le emozioni e sensazioni fisiche si riducono di intensità.
L’elaborazione permette di cambiare prospettiva, cambiare le valutazioni cognitive su di sé, incorporare emozioni adeguate alla situazione oltre ad eliminare le reazioni fisiche.
Si sente che veramente il ricordo dell’esperienza traumatica fa parte del passato e quindi viene vissuta in modo distaccato.
É una tecnica fisiologica potente e dopo tanti anni rimango ancora stupita della sua efficacia.